Tumore al polmone a piccole cellule con malattia localizzata solo al torace

I pazienti con tumore polmonare a piccole cellule, anche se in stadio localizzato solo al torace (stadi I, II e III), non sono di norma candidabili a chirurgia. L’eccezione è per i pazienti nel primo stadio di malattia e senza il coinvolgimento dei linfonodi ilari o mediastinici o metastasi a distanza. Alla chirurgia segue sempre la chemioterapia e la radioterapia panaencefalica profilattica (a livello della testa), sede frequente di metastatizzazione della malattia.
Il microcitoma, infatti, è un tumore molto sensibile alla chemioterapia e alla radioterapia. La percentuale di risposta obiettiva, cioè la probabilità che la malattia si riduca in dimensioni, come effetto dei trattamenti ricevuti, è pari al 90%, di cui circa il 40-50% sono risposte complete.
Chemioterapia per il tumore polmonare a piccole cellule
La terapia standard si basa, quindi, su un trattamento chemioterapico composto da due farmaci, un sale di platino (cisplatino o carboplatino), scelto dal medico sulla base delle condizioni di salute del paziente, associato ad etoposide.
Entrambi i farmaci si somministrano in vena. Un ciclo si ripete ogni 3 settimane. Il primo giorno di ogni ciclo si somministrano sia il platino (cisplatino o carboplatino), che l’etoposide. L’etoposide viene somministrato anche nei 2 giorni successivi. Il paziente riceve fino ad un massimo di 4-6 cicli di chemioterapia.
Radioterapia per il tumore polmonare a piccole cellule
In contemporanea all’avvio del trattamento chemioterapico, si avvia anche quello radioterapico. La radioterapia si esegue sulla lesione polmonare e sui linfonodi mediastinici (le ghiandole localizzate nello spazio compreso tra i due polmoni), che spesso sono interessati dalla malattia.
A seconda dell’esperienza del centro ospedaliero, delle dimensioni della malattia e delle condizioni di salute del paziente, la radioterapia si può iniziare in concomitanza del primo ciclo di chemioterapia, dopo i primi 2 cicli o al termine del quarto ciclo (nel caso in cui si opti per una radioterapia sequenziale alla chemioterapia). Le evidenze della letteratura suggeriscono che prima si inizia la radioterapia, maggiore è l’efficacia che riusciamo ad ottenere.
Come si valuta l’efficacia del trattamento?
Al termine del trattamento chemio-radioterapico, il paziente viene rivalutato con una TAC total body (di tutto il corpo) con mezzo di contrasto, che esamina l’encefalo, il torace e l’addome. Non sempre si osservano in questa fase i miglioramenti ottenuti con il trattamento. Essendo, infatti, intercorso poco tempo dalla fine della radioterapia, sia nel polmone che nei linfonodi è possibile trovare segni di infiammazione, come conseguenza del trattamento ricevuto. Non sempre è facile distinguere alla TAC cosa è scomparso, cosa è rimasto della malattia e cosa è infiammazione. L’obiettivo principale di questa prima TAC, eseguita al termine dei trattamenti, è quello di escludere la comparsa di nuove lesioni.
In assenza di nuove lesioni, a completamento del percorso terapeutico, il paziente viene sottoposto ad una radioterapia panencefalica (cioè dell’encefalo) preventiva, che ha lo scopo di ridurre una eventuale comparsa di malattia a livello cerebrale.
Concluse le terapie, il paziente entra nella fase del follow up, cioè dei controlli, per cui eseguirà ogni 3 mesi una TAC total body con mezzo di contrasto di rivalutazione.
Medico Oncologo Specializzato in Tumori Polmonari.