Che cos’è l’immunoterapia

L’immunoterapia è una strategia innovativa approvata nel trattamento di alcune neoplasie, tra cui le neoplasie non a piccole cellule del polmone, attualmente utilizzato sia in prima linea sia in linee successive.

Si tratta di farmaci in grado di interferire con particolari meccanismi che alcuni tumori sfruttano per sfuggire all’attacco del sistema immunitario.

Le reazioni avverse

Il sistema immunitario così attivato può tuttavia andare ad attaccare anche gli organi sani, portando a quadri infiammatori simili a quelli che si verificano nel corso delle malattie autoimmuni.

Tali reazioni, chiamati irAEs (immune-related adverse events, eventi avversi immunologici) nel loro complesso sembrano verificarsi nel 30% dei pazienti trattati, nella maggior parte dei casi sono di grado lieve o moderato, ma in circa il 5% dei pazienti possono verificarsi reazioni gravi.

Le reazioni più frequenti sono a carico della cute, del sistema gastrointestinale, degli organi endocrini e dell’apparato muscolo-scheletrico. Più rari, ma noti, eventi avversi a carico del rene, del polmone del sistema nervoso e dell’occhio, oltre a varie manifestazioni ematologiche.

Da notare come da studi recenti la comparsa di irAE sembri però associarsi ad una migliore risposta alla terapia.

Manifestazioni dermatologiche

Le manifestazioni dermatologiche sono le più comuni reazioni avverse in corso di immunoterapia, che si verificano prevalentemente nelle prime settimane di trattamento.

Si tratta normalmente di rash cutanei e prurito di grado lieve o moderato, ma devono mettere in allarme la comparsa di bolle, l’interessamento delle mucose e la comparsa di dolore, che possono essere segnale di reazioni più gravi.

Manifestazioni gastrointestinali

La diarrea e la colite sono tra le più frequenti manifestazioni gastrointestinali riportati dai pazienti con eventi avversi correlati alla terapia. Per lo più di grado moderato, mediamente esordiscono dopo le prime somministrazione del farmaco, anche se possono manifestarsi anche mesi dopo la terapia, configurando talvolta quadri simili a quelli delle malattie infiammatorie croniche intestinali.

Sono state riportate forme severe, per cui è necessario porre attenzione alla concomitante comparsa di dolore addominale, febbre o sangue misto alle feci.

Manifestazioni endocrinologiche

L’attivazione del sistema immunitario a seguito dell’inizio dell’immunoterapia può determinare la disfunzione delle ghiandole endocrine, in particolare a carico della tiroide e della ipofisi.

Seppure frequenti, sono tra le reazioni avverse più facilmente gestibili grazie alla possibilità di avviare terapie ormonali sostitutive. Sintomi comuni in corso di interessamento delle ghiandole endocrine includono affaticamento, aumento del peso corporeo, intolleranza al freddo e cefalea.

Manifestazioni reumatologiche

Interessano circa il 10% dei pazienti in corso di immunoterapia. Devono essere sospettate nel caso di comparsa di dolore o di tumefazione a carico delle articolazioni e dei muscoli.

Sono stati descritti tre quadri reumatologici principali: artriti delle grandi articolazioni, forme simili all’Artrite Reumatoide, con coinvolgimento delle piccole articolazioni delle mani; poliartriti associate a interessamento dei tendini.

Possono inoltre comparire sindrome sicca (secchezza orale e oculare), miositi (infiammazione e debolezza a livello muscolare) e vasculiti (infiammazione a livello dei vasi).

Pazienti con patologie autoimmuni pregresse

Durante i primi anni di uso delle immunoterapie i pazienti con pregresse patologie autoimmuni sistemiche venivano esclusi dal trattamento con immunoterapici. Negli ultimi anni diversi trial clinici hanno evidenziato che anche in questi pazienti l’immunoterapia è una sicura strategia di cura. Se infatti fino alla metà dei pazienti subisce riacutizzazione della malattia autoimmune, nell’80-90% dei casi non è necessario discontinuare l’immunoterapia per tale motivo.

La Società Europea di Reumatologia (EULAR) raccomanda tuttavia che la malattia di base sia ben controllata e che il trattamento immunosoppressivo sia ridotto al minimo, per questo è necessario il benestare di un reumatologo esperto nel trattamento nelle terapie con immunoterapici.

Trattamento in seguito comparsa eventi avversi

Se dovessero manifestarsi reazioni avverse il trattamento dipende dalla gravità della sintomatologia. Nel caso delle reazioni più lievi e circoscritte non è generalmente necessario interrompere l’immunoterapia e possono essere somministrate terapie sintomatiche.

Nel corso di reazioni più importanti è necessario sospendere il trattamento e avviare trattamenti a base di corticosteroidi ed eventualmente di altri agenti immunosoppressivi, per poi riprendere gli inibitori dei checkpoint una volta che i sintomi siano lievi o totalmente assenti.

In caso di comparsa di reazioni gravi e potenzialmente fatali è necessario interrompere la terapia definitivamente.

Farmaci immunoterapici

Per saperne di più sugli effetti dei singoli farmaci immunoterapici clicca sulle relative pagine: Atezolizumab, Durvalumab, Pembrolizumab e Nivolumab.

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