Novità dal Congresso ASCO 2022
All’ultimo congresso ASCO sono stati presentati i risultati aggiornati dello studio CheckMate 816, uno studio di fase III, disegnato con l’obiettivo di introdurre l’immunoterapia nel setting neoadiuvante, cioè prima dell’intervento chirurgico, e dello studio di fase II NADIM II.
In circa il 20-25% dei pazienti con una diagnosi di tumore polmonare non a piccole cellule, la malattia viene diagnosticata in uno stadio resecabile. Tuttavia, il 30%-50% di coloro sottoposti a intervento chirurgico recidivano nel corso del follow up.
Per migliorare l’outcome dei pazienti, fino ad ora lo standard terapeutico era rappresentato dalla chemioterapia neoadiuvante, eventualmente associata alla radioterapia concomitante. La differenza assoluta a 5 anni rispetto alla sola chirurgia in termini di sopravvivenza libera da recidiva e sopravvivenza globale restava di circa il 5%. Pochi pazienti riuscivano a ottenere risposte patologiche complete, cioè la scomparsa del tumore.
L’ introduzione dell’immunoterapia anche in questo setting di pazienti ha rivoluzionato lo scenario terapeutico. A differenza della chemioterapia, infatti, l’immunoterapia stimola il sistema immunitario a riconoscere e contrastare le cellule tumorali, inducendo una memoria immunologica, che è utile anche per contrastare le eventuali recidive.
Lo studio Check-Mate 816
Lo studio Check-Mate 816 è uno studio di fase III, disegnato per valutare l’efficacia dell’aggiunta di nivolumab alla chemioterapia nel setting neoadiuvante.
358 pazienti con malattia dallo stadio IB (di dimensioni ≥4 cm) allo stadio IIIA, senza mutazione del gene EGFR o traslocazione del gene ALK, sono stati randomizzati tra nivolumab (alla dose di 360 mg) in associazione alla doppietta a base di platino o la chemioterapia a base di platino per un totale di 3 cicli e successivamente sono stati sottoposti a chirurgia. Sulla base del risultato dell’esame istologico definitivo sul pezzo operatorio, i pazienti potevano ricevere ulteriori 4 cicli di chemioterapia adiuvante e/o radioterapia.
End point principali dello studio erano la sopravvivenza libera da recidive e la percentuale di risposte patologiche complete, equivalente all’assenza di cellule tumorali vitali identificate nel pezzo operatorio.
End point secondari erano invece la percentuale di risposte patologiche maggiori, equivalente a una percentuale di cellule tumorali residue nel pezzo operatorio ≤10% e la sopravvivenza globale.
Dai risultati è emerso che l’aggiunta del nivolumab alla chemioterapia con il platino aumenta in maniera significativa la percentuale di risposte patologiche complete (24% vs 2%), la percentuale di risposte patologiche maggiori e la sopravvivenza libera da recidiva. L’efficacia è stata osservata indipendentemente dai livelli di espressione di PDL1 e dallo stadio (anche nei pazienti in stadio IIIA è stata osservata una percentuale di risposte patologiche complete in circa il 20% dei pazienti).
Sulla base di questi risultati, l’associazione nivolumab chemioterapia con platino è stata approvata dall’ente regolatorio del farmaco FDA come strategia terapeutica nel setting neoadiuvante.
Lo studio NADIM
Lo studio NADIM è uno studio di fase II, disegnato per valutare l’efficacia della combinazione di nivolumab con la doppietta a base di platino verso la sola chemioterapia a base di platino in 86 pazienti con tumore polmonare non a piccole cellule in stadio IIIA-IIIB.
L’end point principale dello studio era la percentuale di risposte patologiche complete.
I risultati confermano l’efficacia della combinazione di chemioterapia e immunoterapia con una percentuale di risposte patologiche complete del 36.8% nel braccio sperimentale vs il 6% nel braccio della sola chemioterapia. La percentuale di risposte patologiche maggiori è stata del 52% vs il 16%.
Ci auguriamo che presto in Italia tale associazione sia autorizzata dall’ente regolatorio del farmaco AIFA.
IRCCS Istituto di Candiolo, Torino
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