Classificazione istologica delle neoplasie polmonari

La classificazione istologica dei tumori polmonari dipende da quale tipo di cellule, presenti nel tessuto polmonare, a seguito dell’azione di stimoli esterni, ha subito modificazioni del suo patrimonio genetico DNA, con il conseguente accumulo di cellule “malate” e lo sviluppo di un tumore.

Diagnosi istologica tumore polmonare

Se il danno coinvolge le cellule dell’epitelio bronchiale che rivestono le vie aeree di medio-grosso calibro, si sviluppa il carcinoma polmonare squamocellulare. Quando, invece, sono i bronchioli periferici (vie aeree più piccole) ad essere coinvolti, si sviluppa l’adenocarcinoma, che oggi rappresenta l’istotipo più frequente.

Se il danno avviene all’interno delle cellule neuroendocrine, che sono cellule in grado di secernere ormoni, si sviluppano i tumori carcinoidi. I carcinoidi possono essere tipici, nel caso in cui la cellula abbia una capacità proliferativa limitata (cioè si moltiplica lentamente, favorendo lo sviluppo di altre cellule simili che, accumulandosi, danno origine al tumore) o atipici, quando la cellula tumorale prolifera più velocemente e compaiono zone di necrosi.

Se l’accumulo di mutazioni è tale da determinare una scarsa differenziazione cellulare e un aumento sostanziale della velocità di crescita, si sviluppano i tumori polmonari a piccole cellule (microcitomi) o i tumori neuroendocrini a grandi cellule. Questi ultimi due sottotipi presentano caratteristiche biologiche più aggressive rispetto ai tumori carcinoidi e un alto potenziale di malignità.

I tumori neuroendocrini a grandi cellule, i tumori squamocellulari e gli adenocarcinomi sono classificati nel sottogruppo dei tumori polmonari non a piccole cellule, per distinguerli dal microcitoma, un tumore che non può essere trattato con un approccio chirurgico.

Ad eccezione degli adenocarcinomi che, talvolta, sono riscontrati anche in pazienti non fumatori, tutte le altre istologie sono associate quasi esclusivamente al fumo di sigaretta. Inoltre, la variazione nel tipo di filtro, utilizzato per la produzione delle sigarette, ha modificato l’epidemiologia dei tumori polmonari. La formazione di particelle inalatorie più piccole, infatti, derivata dai nuovi filtri, consente al fumo inalato di raggiungere i bronchioli terminali, con la conseguente riduzione dell’incidenza del carcinoma squamocellulare e l’incremento dell’adenocarcinoma.

La classificazione istologica è uno degli elementi fondamentali da considerare nella scelta della terapie. Gli sforzi del team multidisciplinare, che prende in carico il paziente, devono essere quelli di definire in maniera precisa l’istologia della malattia.

Oggi, per decidere la strategia terapeutica in un paziente con tumore polmonare, non è più sufficiente sapere se siamo di fronte ad un tumore a piccole cellule o non a piccole cellule, ma se si tratta di un carcinoma squamocellulare o di un adenocarcinoma o di un carcinoma neuroendocrino a grandi cellule o di un microcitoma.

dr. Chiara Lazzari
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