Intervista alla Dr.ssa Claudia Yvonne Finocchiaro, Consulente per il Servizio di Psicologia Clinica della Salute dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.

Spesso le persone mi chiedono che utilità può avere essere accompagnato da uno specialista nelle varie fasi di una malattia organica. Penso che il compito di uno psicologo sia quello di lavorare con le persone per garantire loro la migliore qualità di vita possibile, nel momento presente.
Nel 1977, in un seminario Romano lo psicanalista W. Bion interrogato sulla questione rispondeva
“Per quanto mi riguarda, visto che non ci posso far niente, né la nascita né la morte mi interessano particolarmente; la gente nasce e muore, io stesso sono nato e muoio, sono eventi che non hanno la minima importanza […] ma quel pezzettino piccolo tra nascita e morte, quello sì mi interessa.”
Il supporto psicologico ha la funzione di lavorare con la vita e sulla vita per renderla “tollerabile ed utilizzabile” in maniera tale che valga la pena di essere vissuta.
Rispetto a questo sono molte le cose in cui possiamo essere di aiuto.
Dare un supporto rispetto alla comunicazione con i membri della famiglia. Specialmente quando ci sono bambini o adolescenti all’interno di un nucleo familiare è importante riflettere sugli stili comunicativi da utilizzare per spiegare la situazione e rendere consapevoli senza spaventare.
Gestire gli aspetti emotivi che accompagnano la diagnosi e l’iter terapeutico. In particolare, affrontare i momenti di tristezza, rabbia, ambivalenza e ansia che naturalmente accompagnano le fasi della malattia e che possono, se ben gestiti, essere utilizzati come elementi propulsivi di trasformazione e cambiamento senza che diventino esplosivi e distruttivi.
Affrontare gli aspetti traumatici della malattia e dell’iter diagnostico terapeutico che mettono alla prova le risorse individuali e familiari.
Aiutare a mantenere funzionale la parte sociale e relazionale, lavorando sugli stili di reazione alla malattia e sull’integrazione dei cambiamenti corporei e psicologici.
Migliorare il senso di autoefficacia utilizzando tecniche di rilassamento della tradizione occidentale ed orientale che possano alleviare sintomi e dare un supporto aiutando ad affrontare le terapie e a recuperare un senso di benessere e di rilassamento.

Questi sono solo alcuni esempi di quello che si può fare per favorire una riflessione e una presa di significato rispetto a quello che accade e che può contribuire ad aiutare a vivere più serenamente i momenti più difficili. Il nostro compito è soprattutto quello di dare forza e valore alle risorse che una persona possiede e metterla nella condizione di trovare nuovi spunti e nuove prospettive per lasciare spazio a nuove idee, strategie e percorsi che possano offrirgli più chance per superare il momento.
Riprendendo le parole di W. Bion
“Scarta la tua memoria, scarta il tempo futuro del tuo desiderio: dimenticali entrambi in modo da lasciare spazio ad una nuova idea”.
“C’è qualche scintilla lì sulla quale si potrebbe soffiare fino a che diventi una fiamma in modo che la persona possa vivere quella vita che ancora ha?”